Questo libro è dedicato principalmente ai giovani,
perché possano imparare a far sempre meglio nella vita,
ad affinare lo stile, le qualità personali, e ancor più
la cultura. Indipendentemente dagli studi compiuti e dagli insegnamenti
ricevuti, che sono fondamentali per le basi formative (e ci auguriamo
che i governanti tengano presenti queste necessità dedicando
maggior attenzione alla scuola, v.), la cultura si forma viaggiando
ma innanzitutto leggendo (diversi libri sono stati indicati nelle
note alle varie voci) e leggendo non passivamente, ma ritenendo
ciò che si legge, meglio se con spirito critico (1). Ovviamente
i risultati si ottengono sacrificandosi e i sacrifici sono in
funzione del talento che ognuno di noi fortunatamente porta, o
sfortunatamente non porta, nel proprio codice genetico. Non tutti
nascono con il talento di Umberto Eco (anche lui, nonostante sia
stato favorito dal codice genetico, ha dovuto fare i suoi sacrifici
e ora è al <top> della cultura), il quale fin dalla
nascita si era mostrato interessato alla cultura e, tra un vagito
e l'altro, voleva sapere che fine aveva fatto il secondo libro
della poetica di Aristotele (2), curiosità che in età
più matura egli stesso riuscirà a soddisfare per
mezzo di Guglielmo da Baskerville. Ricordate? Il dialogo tra Guglielmo
e il vecchio Jorge:...<ogni libro di quell'uomo (Aristotele)
ha distrutto una parte della sapienza che la cristianità
aveva accumulato lungo i secoli...il riso è la debolezza,
la corruzione, l'insipidità della nostra carne. Il riso
libera il villano dalla paura del diavolo (v.) ...ma questo libro
potrebbe insegnare che liberarsi della paura del diavolo è
sapienza> (3).
Se nella vita si vuole emergere, per arrivare dove si vuole occorrerà
far sacrifici, impegnarsi nella propria formazione, preparandosi
seriamente e non pensare, come tante ragazzine che cercano l'immediato
successo, di poterlo raggiungere passando da un letto all'altro
per assicurarsi la particina nel film o l'apparizione (più
appetibile) in Tv, o facendosi implicare in procedimenti penali
per ottenere un po' di pubblicità.
Farsi pubblicità in questi tempi non è neanche tanto
difficile, dal momento che la stampa (e la Tv), è lì
pronta a enfatizzare ed a riempire i giornali (v.) di foto di
questa o quell'attrice in erba o fotomodella. Certamente, non
si può negare che siano belle, ma la loro bellezza non
supera quella che oramai è una caratteristica generalizzata,
e spesso alla bellezza non si accompagnano particolari doti che
possano completarla e valorizzarla. In Italia poi il pubblico
non è molto esigente, ma sempre disponibile e compiacente.
Basta infatti far finta di recitare o dar l'impressione di saper
ballare e arriva il successo! Erano finite sull'onda del successo
due ballerine-attrici-indossatrici che si riteneva sapessero ballare
il <flamenco>. Una lo ballava contorcendo le braccia, le
mani e il sederino, l'altra lo ballava stando seduta...ed erano
osannate!
In ogni caso sono tutte carenti dell'elemento fondamentale, che
fa la <diva-divina> cioè il <fascino>, che
un tempo distingueva le <grandi> e purtroppo non troviamo
nelle <famose> del tempo presente (che offrono solo bellezza
fisica).
Ai concorsi, di partecipanti se ne contano a migliaia e per la
verità sono tutte belle e appetitose, anche se Mike Buongiorno,
in giuria per l'elezione di Miss Italia '97, commentava che <i
sederini erano un po' grossi>! (4). Di queste, solo qualcuna
finirà con l'immettersi nel giusto circuito che la porterà
al successo. Le altre, se non riescono a rientrare nella deludente
normalità, finiscono negli strani giri delle modelle e
fotomodelle (ve ne sono ventimila tra i tredici e ventiquattro
anni) in cerca di lavoro e disposte a tutto, facili prede di marpioni.
E' di non molto tempo fa (1997) una truffa di 20miliardi a danno
di ingenui, ai quali si prometteva che avrebbero fatto film con
la Marini e la Parietti (ignare!), dietro pagamento di dieci,
quindici o addirittura di cinquanta milioni. Quest'ultima cifra
era stata pagata da un professionista, al quale avevano promesso
che avrebbe girato una scena <hard> con Valeria Marini.
La cifra non è da considerare da capogiro, ma, solo per
una scena, la quotazione per la Marini sarebbe di livello medio-alto!
Invece, del regalo di un anello del valore di un miliardo (!)
fattole da uno sceicco, aveva parlato Lory Del Santo in una trasmissione
in Tv, <ma solo per fare quattro chiacchiere>, aveva precisato
Lory. Non era stata creduta, né per il regalo né
per le quattro chiacchiere. Rosanna Cancellieri molto sportivamente
e apertamente aveva detto che un miliardo per una notte d'amore
lo avrebbe accettato volentieri (molte signore presenti o in ascolto
- in cuor loro - saranno state della stessa opinione!).
Altri esempi non mancano. Aveva fatto scalpore l'arresto di Sandra
Murcia, Miss Universo '93, che all'aeroporto di Parigi, era stata
trovata con cinque chili di coca. Nel viterbese, in un Istituto
di bellezza (1997), furono sorprese delle <hostesses> che,
prelevate dall'aeroporto di Roma, erano state portate con altre
attrici e casalinghe di qualità (!) in quel luogo per <intrattenere
i clienti>! Il <cachet> per ognuna era del 30% di ciò
che incassavano, pari a quattromilioni mensili, esentasse. Cifra
che per arrotondare non è male!
In ogni caso, anche nel campo della prostituzione, se si ha talento,
si può raggiungere il successo, ma forse troppo tardi per
poterselo godere. Alla voce <Luci rosse> si parla del caso
di Nell Kimball, che tra la fine dell '800 e i primi del '900
cadendo nel giro della prostituzione, dopo varie peregrinazioni,
si era messa in proprio diventando tenutaria di bordelli e guadagnando
delle vere fortune. Alla fine però aveva sperperato tutto
(il danaro guadagnato facilmente si spende altrettanto facilmente!)
ed era finita alcolizzata. Aveva lasciato un libro di memorie,
che aveva ottenuto un grande successo letterario negli anni settanta,
trent'anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1934.
Può anche accadere (ma i casi sono rarissimi) come nel
film <Pretty woman>, (che ogni tanto ripropongono in Tv),
in cui Edward (Richard Gere), miliardario, incontra Vivian (Julia
Roberts), una prostituta, proponendole di fargli compagnia per
una settimana, e per quella settimana le fa fare una vita da miliardaria,
tra la <suite> nell'albergo di lusso dove alloggia, ristoranti,
shopping senza limiti (al direttore della <boutique> che
aveva chiesto se pensava di fare una spesa <sfacciata o spudorata>,
Edward risponde: <spudorata>!). Alla fine lui, il Pigmalione
(5), si innamora e decide di sposarla, realizzando la storia di
Cenerentola in versione moderna (a distanza di vent'anni i due
attori hanno fatto un altro film, <Se scappi ti sposo>,
del genere commediola, che ha avuto scarso successo).
Lo scrittore e filosofo Apuleio (125-170 d.C), nel libro <Della
Magia> (Sellerio Ed.), racconta che, avendo sposato una ricca
vedova, era stato ingiustamente accusato dai figli della vedova
di essere un mago e di aver <circuìto> la madre,
per cui gli era stato intentato un processo. Apuleio era uno squisito
oratore e ottimo parlatore, che con la parola riusciva a conquistare
chiunque. Proprio per questa sua fascinosità era stato
accusato di essere un <mago>. Egli nel libro, nel raccontare
come si era difeso dall'accusa, proprio in riferimento alla sua
arte commentava che nessuno poteva immaginare <quante ore avevo
passato davanti allo specchio per misurare il gesto e la parola>
e quindi a educarsi nell'arte in cui poi era eccelso, tanto da
essere accusato di magia!
Venendo a tempi più recenti, il grande ballerino Rudolf
Nureyev, che oramai è un <mito> (lo hanno ricordato
nel 1997 con una mostra itinerante Milano-New York-Chicago-S.Francisco)
e il grande pianista Arthur Rubinstein, pur famosi, continuavano
a <prepararsi> per ore e ore e giorno dopo giorno, provando
e riprovando fino a quando non ritenevano di aver raggiunto il
massimo di ciò che la loro genialità poteva offrire...e
a quel punto si ritenevano ancora insoddisfatti!
Un omaggio vogliamo rendere all'oramai novantenne Norberto Bobbio,
che rappresenta la cultura italiana di questo secolo. Bobbio,
pur avendo dedicato la sua intera vita allo studio con una enorme
produzione scientifica, nel libro <De Senectute> (Einaudi,1996)
ha scritto di essere giunto alla <tranquilla coscienza>;
<tranquilla> ha precisato Bobbio <ma infelice di essere
arrivato soltanto ai piedi dell'albero della conoscenza>.
Lo spirito del libro è quello di dare, con la dovuta umiltà
e senza voler salire in cattedra, e solo per esperienza di vita,
dei suggerimenti che servano a perfezionare i propri comportamenti.
Se sono stati evidenziati degli atteggiamenti negativi di alcuni
personaggi, ciò è stato fatto non certamente per
muovere delle critiche, ma con la consapevolezza che nella vita
tutti abbiamo sempre qualcosa da imparare, e tutti dovremmo sforzarci
di far sempre meglio.
Il libro si occupa anche dell'Italia (v.), che è la voce
più consistente, lasciata da cinquant'anni di prima repubblica
in condizioni di arretratezza economica e di sviluppo, di consistente
disoccupazione, con forti contrasti tra Nord, Centro e Sud che
in alcuni casi sono abissali e che non vanno occultati o minimizzati,
ma indicati apertamente e senza complessi di colpa. Spetterà
alla buona volontà dei politici (possibilmente insieme,
sia da parte di chi governa sia di chi è all'opposizione),
ai quali il libro si rivolge, di risollevarla da questo stato
per renderla un paese più civile e moderno, cementandola
maggiormente nell'unità, nel rispetto delle autonomie locali,
e portandola nel corso del nuovo millennio a questo nuovo <look>
.
Le cose da fare sono tante, anzi tantissime, anzi è tutto
da rifare (sono state dedicate molte voci, evidenziando gli aspetti
negativi: Centralini; Ella; Etica; Jurassic; Milano; Napoli; Parlamento;
Politici; Prestigio; Privilegi; Scuola; SS.LL. . Se si vuole,
non c'è che da rimboccarsi le maniche. Ma bisogna far presto,
perché siamo in ritardo rispetto a molti altri Paesi, non
solo del mondo ma della stessa Unione Europea (v. U. E.), in cui
siamo entrati e vi dobbiamo rimanere senza i ripensamenti e le
perplessità che molti continuano ad avere. Un risultato
da ricordare è quello della turbolenza monetaria creata
dalla crisi di Mosca (ago.'98), crisi che avrebbe travolto la
lira se non fosse stata agganciata all'Euro.
1) Nelle pagine del (primo) Diario minimo (Ed.
Bompiani, Tascabili), dedicate a Mike Buongiorno, che all'epoca
avevano suscitato forti reazioni e polemiche, Eco si esprimeva
in questi termini: <Non si vergogna di essere ignorante e non
prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le forme più
vertiginose dello scibile e ne esce vergine e intatto (non all'uomo,
ma al <personaggio>, diceva di riferirsi lo scrittore, per
non incorrere in responsabilità, essendo stato piuttosto
pesante nei suoi giudizi !!!)>. U. Eco dice che si diventa
colti (con la consequenziale funzione critica e creativa della
cultura) leggendo molti libri e ritenendo ciò che in essi
si legge.
2) Come si sa, da quanto quella mente eccelsa di Aristotele aveva
scritto sulla Poetica, si distinguono due generi fondamentali
di poesia, da una parte inni ed encomi, poemi epici e tragedia;
dall'altra il genere meno elevato di poesia giambica (considerata
canti del vituperio), poesia eroicomica e commedia. Poiché
è giunto fino a noi il primo libro e non il secondo, alcuni
studiosi ritengono che Aristotele lo abbia scritto e sia andato
disperso, altri invece che non lo abbia scritto affatto. In questo
contesto s'inserisce U. Eco che ha dato per certo che Aristotele
lo abbia scritto e la rara copia fosse custodita nella biblioteca
del monastero. Il romanzo quindi è da considerare romanzo
storico, che va tenuto distinto dalla storia romanzata. Il primo
infatti viene costruito su un avvenimento certo o incerto, ma
storico (Aristotele aveva parlato dell'argomento ma il libro non
si sa se è stato effettivamente scritto o è andato
smarrito). La storia romanzata consiste invece nella narrazione
di un fatto storico liberamente interpretato.
3) Sono tra le più belle pagine del libro di Eco <Il
nome della rosa>. Da rileggere. Per coloro che a suo tempo
si erano fermati alle prime pagine e lo avevano riposto, non superando
<la prova> voluta dall'A. delle prime cento pagine, è
il caso che lo riprendano, perché il libro a distanza di
sedici anni non ha perso la sua brillantezza. Quando un'opera
si mantiene viva nel tempo, vuol dire che si è in presenza
di un'opera di valore. Lo stesso dicasi per il film tratto dal
libro (indicando soltanto Sean Connery faremmo torto a tutti gli
altri, ciascuno di essi ottimo interprete del proprio ruolo) del
regista Jean-Jaques Annaud.
Sembra il caso di rilevare come Eco sia un <sadico> molto
sottile e raffinato. Egli ben conosce l'animo e più ancora
il cervello umano (il suo è una forma molto sviluppata
di computer, che suscita curiosità in alcuni scienziati,
i quali sono in attesa del suo <trapasso> - noi però
gli auguriamo lunga vita! - per poterlo sezionare e studiarne
i circuiti stampati e finalmente avere la certezza che è
un ben riuscito esperimento di< alieno>), che egli sa manipolare
<ad libitum> (si vedano tutti i giochetti - e non solo!
- che inventa quando si concede qualche attimo di relax!).
Peraltro Eco è uno scrittore che dai lettori pretende molto
in fatto d'attenzione e impegno perché, giustamente, li
vuole alla sua altezza. Questo, quando scrive, lo porta a fare
dei giochi astuti per soggiogarli e renderli succubi, ma anche
per saggiarne la loro intelligenza e, per la verità, anche
la loro pazienza e il loro limite di sopportazione. Dal che la
prova delle <prime cento pagine>, che dicevamo.
L'editore (che normalmente richiede all'autore di un libro non,
come sarebbe naturale, ciò che è dettato dalla ispirazione
dello scrittore, ma ciò che egli ritiene vogliano i lettori!)
quelle cento pagine gliele voleva far eliminare. Ma Eco, il quale,
secondo la sua distinzione tra autori che si fanno rispettare
e autori da sfruttare, per sua fortuna appartiene alla prima categoria
e nei confronti degli editori ha forza coercitiva, battendo i
pugni aveva imposto <o le cento pagine o non se ne fa niente>!
...e l'editore, suo malgrado, aveva dovuto accettare. L'enorme
successo aveva poi dato ragione a Eco ed era stato più
che <schiaffo>, un bel <ceffone> morale per l'editore
(v. Maledetti editori, v. Corrispondenza).
Il gioco, anche più violento, era stato riproposto nel
<Pendolo di Foucolt>. Insomma, i lettori di Eco, se ciò
li può consolare, sono di cultura superiore alla media
e d'intelligenza medio-alta, ma sono anche vittime (tra costoro,
evidentemente, si trova anche chi scrive!) affette da una grave
forma di masochismo intellettuale!
Tornando a < Il nome della rosa>, le edizioni successive
alla prima (1980), che non si contano, in ogni caso dalla XIX
(1986), contengono delle <postille> importanti per la comprensione
del titolo e senso dell'opera e informazioni sulle modalità
della sua redazione...per chi avesse voglia di cimentarsi!
4) Pare che, su dieci donne italiane, a sette di esse non piaccia
il proprio sedere. Eppure un sedere rotondo (purché non
sia enorme come piace agli arabi o agli africani) fa sempre piacere
poterlo ammirare
e chi ce l'ha se ne lamenta!
5) <Ebbene signore, in tre mesi io posso far passare questa
ragazza, col suo inglese da marciapiede, per una duchessa a un
garden party di qualche ambasciatore> G.B.Shaw: Pigmalione,
Tascabili Economici Newton.