MEROVINGI
a cura di Michele E. Puglia
Tutte le realizzazioni compiute da Carlomagno (v. Carlomagno e l'idea dell'Europa) erano state rese possibili dalla precedente preparazione ad opera dei Merovingi, capi dei Franchi Salii.
I Franchi erano originariamente divisi in Salii e Ripuarii. I Salii avevano preso il nome dal fiume Sala (Yssel). I Ripuarii, così detti perché si erano insediati tra Colonia e Treviri sulle rive del Reno.
La dinastia prese il nome da Meroveo, figlio di Clodione. Egli non aveva antenati da vantare (a quei tempi le genealogie erano importanti per chi doveva assumere incarichi di comando), per cui si dette per antenati gli dei, e nessuno ebbe motivo di dubitarne!
Il figlio Childerico, era capo delle tribù dei Salii, stanziato presso la città di Turnai. Al figlio di questo Clodoveo, sarebbe spettato il compito di dar lustro al clan e di preparare il futuro non solo della Francia ma dell'Europa.
Alla morte del padre, Clodoveo aveva sedici anni e dette subito prova di avere doti, capacità, lungimiranza e spietatezza del capo. Sua prima mossa fu di liberarsi del “giogo romano” che però non era più tale poiché l'impero era già da qualche tempo in disfacimento, e in quelle zone era costituito da un semplice avamposto con un governatore che fu facilmente eliminato.
Dopo aver fissato la sua residenza a Parigi, Clodoveo s’impadronì dei territori dei Burgundi, Visigoti e Alemanni, liberandosi anche dei rivali Salii. Dopo aver conquistato la Neustria, aveva sottomesso l'Austrasia costituita dall'Alemagna, valli della Mosella e Assia, dov'erano insediati i Ripuarii.
La sua mossa finale fu quella di convertirsi al cristianesimo, non però nella forma delle altre popolazioni germaniche, che si convertivano al cristianesimo abbracciando l'arianesimo. Clodoveo si fece cattolico (conquistando con la conversione altri territori), integrandosi quindi con i gruppi gallo-romani e ottenendo così riconoscimenti dalla Chiesa e da Bisanzio.
Quando morì all'età di quarantasei anni lasciava tutta la Francia unificata (siamo nel V secolo), esclusa la Borgogna (che rimarrà autonoma ancora per molti secoli) e la Provenza.
Collegati ai merovingi furono i cosiddetti “maiores domini” i Maestri di Palazzo o Maggiordomi che erano nobili posti ad amministrare i territori di Neustria e Austrasia. Costoro, poco per volta requisirono tutto il potere nelle loro mani fino al punto di lasciare quei re nel limbo della loro regalità.
Dalle leggende i merovingi furono ammantati dall'alone di santità e della divinità (collegata all'ascendenza vantata da Meroveo) ai quali fu attribuito il nome di “rois sans-faineants-re fannulloni”, perché si disinteressavano del governo dei loro territori, che avevano delegato appunto ai Maggiordomi.
Non era proprio così, perché erano stati i Maggiordomi ad usurpare poco per volta il potere. Costoro furono i pipinidi-carolingi (v. Carolingi) che con Pipino III s’impadronirono definitivamente di tutto il regno merovingio. Gli storici posteriori scrissero che i re “della prima stirpe” furono sostituiti da quelli della “seconda stirpe”. L'ultimo re, Childerico III e suo figlio Teodorico furono tolti alla vita civile e rinchiusi nei monasteri.
Quanto poi all'alone di santità dei merovingi, è da ritenere solo frutto della leggenda che li aveva circondati. Essi, infatti, avevano regnato con l'inganno, i tradimenti, gli assassini e con spargimento di sangue nell'ambito della stessa famiglia, come i tempi, legati ancora alla barbarie, richiedevano. Quell'alone di santità fu quindi del tutto immeritato.