Estratto da "Zibaldino" (in nota alla voce:
Italia)
CINA OGGI
a cura di Michele Puglia
In Cina, Deng Xiaoping, (Teng Hsiao-ping) <il piccolo timoniere>
(il <grande> era Mao), con la sua formula dell'<economia
socialista di mercato> ha messo la Cina in condizione di continuare
ad andare avanti sulla via delle riforme e della modernizzazione,
anche se con prudenza e col pugno di ferro, portando, con questo
sistema, lo sviluppo economico al 12%, il massimo a livello mondiale.
La teoria di Deng, si fonda sul raggiungimento di <tre stadi>.
Il primo riguarda il decennio 1980-1990, che doveva portare al
raddoppio del PIL (v. Sigle in U.E. Storia e Istituzioni) e al
raggiungimento di un grado di sviluppo economico tale da garantire
i bisogni fondamentali della popolazione. Il secondo stadio prevedeva,
per il decennio 1990-2000, il raggiungimento di un <moderato
benessere>, raddoppiando ancora il PIL, con un reddito "pro
capite" di $ 800 (superato, in quanto è stato raggiunto
un reddito "pro capite" di $ 900). Terzo ed ultimo
stadio, per il quale è stato fissato un termine di lunga
scadenza: anno 2050 (ad un secolo dalla fondazione della Repubblica
Popolare Cinese), la Cina raggiungerà lo stesso sviluppo
dei paesi più industrializzati.
Su Deng pesano la strage di Piazza T'ien An Men - la Porta della
Pace celeste (1) e il mancato rispetto dei <diritti umani>.
C'è però da dire che sono molti i Paesi, cosiddetti
democratici, dove i diritti umani non sono rispettati, come nel
tranquillo e democraticissimo Giappone. Non solo, tutti i Paesi
occidentali, Italia compresa, per i loro interessi economici in
fase di grand' espansione, si guardano bene dal firmare una risoluzione
di condanna, che viene continuamente rinviata.
Il Presidente Clinton, in occasione della sua visita in Cina (giugno
'98), unico dei Presidenti statunitensi recatisi in Cina (tra
i Presidenti europei in visita, compreso Scalfaro, vi era stata
una gara del silenzio sulla questione dei diritti umani!), era
stato anche l'unico ad aver fatto cenno a Tien- an-men e ad aver
chiesto la liberazione dei dissidenti. Jiang gli aveva risposto
che <se non fossero state prese misure risolute contro i torbidi
politici, non saremmo stabili come lo siamo ora>.
Il mancato rispetto dei diritti umani, di per sé riprovevole,
è ben poca cosa rispetto al regime totalitario di Mao Tse
Tung (Mao Zedong), che aveva fatto milioni e milioni di morti
(il numero, secondo le stime, va da settanta a cento milioni).
Deng, in ogni caso, ha evitato i forti traumi che si verificano
nei passaggi dai regimi imperialisti o dittatoriali a quelli democratici,
o nei grandi processi di normalizzazione e modernizzazione di
un Paese.
La Cina è costituita da un territorio immenso di nove milioni
e mezzo di kmq. e una popolazione di un miliardo e trecentomilioni
d'abitanti. Certamente, non possiamo essere noi, dall'Italia,
dove siamo abituati a criticare solo gli altri, a giudicare la
Cina (22 province, 5 regioni autonome e 3 municipalità
- v. Geopolitica 2) con la mente di chi vive in un Paese di soli
300 mila kmq., che all' incirca corrisponde ad una delle sue province.
Il progresso, con le grandi trasformazioni di un Paese, si afferma
per evoluzione o per rivoluzione. Mentre l'evoluzione è
incruenta e molto lenta, le rivoluzioni sono cruente, ma i cambiamenti
sono realizzati in tempi brevi. Si pensi alla rivoluzione inglese,
americana, francese, bolscevica e appunto a quella di Mao, che
portò il paese dal medioevo alle soglie dell'evo moderno.
A Deng bisogna riconoscere il merito di un <passaggio> verso
la modernizzazione, senza bagni di sangue.
Purtroppo, appena finite le cerimonie del suo funerale, a Pechino
(Beijing) vi era stato un attentato. Avevano fatto saltare un
autobus, che aveva provocato morti e feriti (non si era saputo
l'esatto numero). La matrice era quella dei musulmani dello Xinjiang
(ex Turkestan). Lo stile, quello classico dei fondamentalisti
musulmani (v. in Zibaldino, Fondamentalismo), cioè il massacro
di persone inermi, donne e bambini.
Il Presidente Jiang Zemin, nel novembre '97, ha festeggiato lo
sbarramento dello Yang-tze Kiang (fiume Azzurro). Si tratta di
un'opera gigantesca senza precedenti nella storia, paragonabile
alla Grande Muraglia (v. in Schegge, Attila e gli Unni).
Lo Yang-tze è lungo 4.845 km., superato dall'Huanghe (fiume
Giallo, dal colore del limo trasportato per erosione) lungo 6.3oo
km. (il nostro Po è lungo 632 km).
Nel corso dei secoli i due fiumi, con gli allagamenti, hanno provocato
distruzioni catastrofiche con migliaia di morti. Ora vengono imbrigliati
dalla costruzione di due dighe. Quella sul fiume Azzurro darà
luogo ad un lago artificiale di 1.045 kmq., tre volte il nostro
lago Maggiore (di 370 kmq.). Questi lavori stanno comportando
un'evacuazione biblica di un milione di persone (ben poca cosa
rispetto al numero della popolazione). Saranno sommersi 116 paesi,
1.700 villaggi, diversi siti archeologici e spostati 250 impianti
industriali. Saranno invece ricostruiti 276 villaggi e dieci città.
Non potevano mancare le proteste degli ecologisti, che hanno previsto
rischi e disastri ecologici. Ma, chi <non risica, non rosica>.
Il progresso richiede sempre sacrifici e rinunce, e la Cina ha
bisogno di energia elettrica. Al termine dei lavori (2009) le
due dighe saranno il simbolo delle riforme che Jiang Zemin (2)
sta conducendo per la modernizzazione del Paese.
Il fiore all'occhiello del <socialismo di mercato> non è
Hong Kong, ma Shangai (definita da Deng <il nostro trampolino
di lancio>), che attualmente è un cantiere megagalattico
e con la sua espansione edilizia (avrà il più grande
grattacielo del mondo lo Shangai World Financial Center), programmata
per il 2020, diventerà il centro economico e finanziario
nazionale di tutta la Cina (il centro internazionale, invece,
rimarrà Hong Kong). La sua popolazione raggiungerà
i ventisette milioni d'abitanti (attualmente ne ha tredicimilioni)
e per quell'epoca la Cina sarà diventata se non la prima,
certamente la seconda potenza economica mondiale, dopo gli Stati
Uniti.
Con un potenziale, per il mondo intero, di 1.300 mld. di consumatori
(720 milioni sono i lavoratori occupati), la Cina è entrata
(2001) nel WTO (World Trade Organization-Organizzazione mondiale
per il commercio) e si è impegnata a ridurre dal 60 al
20% i dazi sulle importazioni entro dieci anni (2011), che comporterà
un aumento spaventoso delle commesse dall'estero.
Negli ultimi vent'anni, nella classifica del commercio mondiale,
è risalita dal 32mo al nono posto, con una crescita dell'85%.
Nella graduatoria degli investimenti stranieri, nel 2000, è
giunta al secondo posto subito dopo gli USA (che nel 2000 avevano
un deficit, nei suoi confronti, della bilancia commerciale di
80 mld. di dollari), con 40 mld. di dollari di investimenti. Entro
dieci anni la moneta cinese potrà essere rappresentativa
del blocco orientale, a scapito del giapponese yen e in concorrenza
col dollaro e con l'euro.
Ora la Cina mira ad entrare nel G8, di cui fanno parte Stati Uniti,
Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada e Russia.
Con la conseguenza che, se non si riterrà di aumentare
il numero, potrà essere estromesso il Canada. C'è
però da ritenere che la Cina (con 170milioni di telefonini
raggiunti nel 2002) in prospettiva possa superare anche la Francia.
A questo punto cadiamo nel discorso della più logica rappresentanza,
in seno ai G8, dell'Europa, che assorbirebbe ben quattro Stati.
E' evidente che l'attuale situazione dell'Unione Europea sia assolutamente
anomala. Non è questa, nel suo insieme, a far parte del
WTO, ma lo sono i singoli paesi (o alcuni di essi) che la compongono.
Se, quindi, un domani la Cina dovesse fronteggiarsi con gli altri
paesi (è in arrivo anche l'India!), non potranno essere
i singoli paesi dell'U.E. a poter reggere l'impatto, ma l'intera
Europa, che evidentemente rimane indietro con i tempi dell'unificazione
politica, o almeno della Difesa e della politica Estera, come
si chiede da più parti.
1) Non si sa esattamente come fossero andate le cose. La strage
era stata attribuita ai seguaci di Deng, il quale era stato ritenuto
responsabile dei disordini violenti (che scoppiarono non solo
a T'ien An Men, ma anche in altre parti della Cina) e per questo
fatto venne rimosso da tutti gli incarichi governativi e politici.
Deng era considerato <vento della destra> (1975); primo
ministro nel periodo dei disordini (6 aprile 1976) era Hua Guofeng,
che sarà il successore di Mao (morto il 9.9.76), pur essendo
Deng secondo nella scala gerarchica.
Nello stesso periodo tramavano i <radicali> della banda
dei quattro (Jiang Qing, moglie di Mao, Zhang Chunqiao, Wang Hongwuen,
Yao Wenyuan). Quei disordini però, nel 1977, saranno attribuiti
alla vedova di Mao e ai radicali di Shangai (arrestati il 7 ottobre
'76), mentre Deng sarà riabilitato nel 1977 e rafforzerà
la sua posizione solo dopo il 3° Plenum del PCC (dicembre
'78).
Deng in uno dei suoi ultimi discorsi (9 giugno 1996) aveva giustificato
la repressione, dicendo testualmente: <L'America ci ha criticato
per quegli studenti repressi. Ma, nell'occuparsi delle sue agitazioni
e scioperi studenteschi, l'America non mobilitò la polizia
e le truppe militari, non arrestò persone e sparse sangue?...Che
requisiti hanno loro per criticarci?> (il discorso è
stato interamente riportato in Internet: www. nmis.org/gate/chronology
/Deng. html).
L'attuale Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Jiang Zemin,
proprio dopo i fatti di T'ien An Men, era stato designato da Deng
nella carica di segretario generale del PCC. In viaggio negli
USA (ottobre '97), alla domanda su quei fatti, aveva riconosciuto
<che senz'altro era stato commesso qualche errore>.
2) Nell'ultimo Congresso del Partito Comunista Cinese (il 16°,
nov. 2002) Jang Zemin (Segretario del PCC dal 1987) ha fatto un
gesto impensabile per la politica interna dell' Italia! Ha deciso
che l'intera vecchia guardia del suo gruppo doveva tirarsi indietro,
lasciando il posto alla quarta generazione, la c.d. generazione
della continuità nella <lunga marcia> della Cina,
che mira a diventare una delle prime potenze mondiali.
Non è una generazione di giovanissimi, ma senz'altro più
giovane della precedente, appositamente preparata per assumere
le leve del potere. Si tratta di otto membri permanenti e quindici
ordinari. Gli otto permanenti sono:
- Hu Jintao (59 anni), destinato a ricoprire la carica di Presidente
della Cina, per ora è Vicepresidente e segretario generale
del partito. E' il sesto capo del Partito, da quando Mao Zedong
(Mao Tse-Tung) fu il primo ad assumere la carica, nel 1943, mantenendola
fino alla sua morte avvenuta nel 1976. Poi subentrarono Hua Guofeng,
Hu Yaobang, Zhao Ziyang e nel 1987 Jiang Zemin.
- Wen Jiabao, nato nel 1942, come premier, é subentrato
a Zhu Rongji, Ministro dell' Economia.
- Wu Bangguo, nato nel 1941 è ingegnere elettronico e nel
1991 aveva preso il posto di Zhu Rongji come sindaco di Shangai.
E' vicepremier dal 1995 ed ha la responsabilità della produzione
industriale e della ristrutturazione delle imprese di Stato. Aveva
avuto, con Li Lanqing e Wu Yi, la responsabilità di seguire
i lavori per entrare nel WTO.
- Li Changchun (58 anni), ingegnere laureatosi al Politecnico
di Harbin. Nel 1998 era stato mandato nella provincia del Guangdon,
la <California cinese> dove vi era stato il crac della finanziaria
GITIC e nominato segretario del PCC di quella provincia, entrando
quindi a far parte del Politburo.
- Zeng Qingong, nato nel 1939, laureato in ingegneria è
l'unico del vecchio Politburo rimasto nel Comitato Centrale. E'
considerato facente parte del gruppo dei <principi ereditari>
in quanto suo padre Zeng Shan faceva parte della <Nuova Quarta
Armata> nella guerra del 1949 contro il Giappone. Fino al 1960
era stato ministro degli Interni con Chu En Lai (Zhu Enlai). Poi
era stato vicesindaco di Shanghai e Ministro dell'Industria tessile
e del Commercio. Vicesegretario del PCC di Shanghai (1986), nel
1997 è entrato nel Politburo come membro supplente e nel
Comitato Centrale. Si giustifica, dicendo: <servo il thé
alle riunioni del Politburo>. Dal 1999 dirige la Commissione
<Organizzazione> ed è responsabile dell'<esame,
addestramento, scelta e nomina dei quadri del Partito>. E'
considerato il braccio destro di Jang Zemin, che da Shanghai nel
1989 lo aveva portato a Pechino (Beijing).
- Luo Gang, nato nel 1935, aveva studiato a Lipsia, laureandosi
a Friburgo in ingegneria mineraria. E' entrato nel Politburo nel
1988 ed è stato capo-gabinetto di Li Peng durante il suo
premierato. E' l'arbitro dell'apparato burocratico dello Stato
e il suo impegno è rivolto ad eliminare i contrasti tra
le varie cariche del governo. E' quindi considerato uno dei più
importanti uomini del governo cinese.
- Ja Qinglin, nato nel 1940 nell'Hubei, si è laureato in
ingegneria presso la facoltà di elettricità dell'Hubei
College. Dal 1997 è segretario del PCC di Pechino (Beijing).
- Wu Guanzheng, nato nel 1938, nel 1983 diventa Sindaco di Wuhan
e poi governatore dello Jiangxi. Nel 1997 diventa segretario del
PCC dello Shandong ed entra nel Politburo.
Huang Ju, nato nel 1938, è laureato in ingegneria elettrica.
Nel 1991 è Sindaco di Shanghai e nel 1994 è segretario
del PCC di quella municipalità entrando quindi nel Politburo.
- Zhu Rongji, rimane Ministro dell' Economia. Noto col nome di
<Zhuconomics plan>, è colui che ha preparato il piano
quinquennale di ferro (2001-2005) di sviluppo dell'economia che
prevede: 1) la graduale liberalizzazione degli investimenti stranieri;
2) che il tasso d'inflazione deve essere contenuto entro l'8%;
3) la completa conversione dello yuan entro il 2005.
Merito di Zhu, è stato quello di aver spinto per l'autonomia
economica delle Special economics zones (Hong Kong e Shanghai),
sperimentando i benefici dell'economia capitalista, assicurando
alle imprese straniere incentivi come il rimborso IVA e l'esenzione
fiscale per i primi due anni dall'insediamento.
I 15 membri ordinari sono: gli esperti del centro, gli uomini
nuovi delle province e i militari.
Gli esperti del centro sono:
- Wuamg Zhaoguo, membro del Comitato Centrale dal 1992. Esperto
di politica estera, lavora con il vicepremier Qian Qichen e Li
Lanqing per il dossier sulle relazioni con Taiwan. E' vicepresidente
della Conferenza Consultiva del popolo, l'organismo di rappresentanza
presieduto da Li Lanquing.
- Liu Yunnshan, responsabile della <civilizzazione spirituale>.
Segue la propaganda e il ruolo dei media.
- Yu Zhengsheng, ministro delle costruzioni con Zhu Rongji. Ha
promosso il piano per la costruzione di abitazioni come nuovo
volano per lo sviluppo economico.
- Zeng Pelyan, ingegnere elettronico è presidente della
commissione per la Pianificazione economica del Consiglio di Stato
dal 1998. Responsabile della promozione degli investimenti nel
settore delle ferrovie, punta sullo sviluppo dell'energia elettrica
per rilanciare la domanda interna. Dirige la commissione Piano
del Consiglio di Stato, presiede il gruppo di lavoro per l'accelerazione
dei progetti di costruzione d'infrastrutture.
- Wu Yi è la donna che a Pechino (Beijing) ricopre le cariche
più alte. Membro del Consiglio di Stato, confermata nel
Politburo, fu criticata, ma le critiche erano indirizzate a Jiang
Zemin suo protettore, per le concessioni, ritenute eccessive,
fatte agli USA, nelle trattative condotte per entrare nel WTO.In
occasione dell' epidemia della SARS, è stata incaricata
dell' emergenza sanitaria, in sostituzione del Ministro della
Sanità e del Sindaco di Pechino.
Gli uomini nuovi delle province sono:
- Wuang Lequan. Proviene dalla provincia autonoma dello Xinjiang,
ricca di petrolio e centro dell'industria spaziale cinese, con
fermenti separatisti da parte delle minoranze islamiche. Dal 1994
ricopre la carica di segretario del PCC della provincia.
- Hui Llangyu, segretario del PCC dello Jiangsu dal 1999.
- Liu Qi, sindaco di Pechino dal 1999 (è stato dimissionato
per aver tenuta nascosta l'epidemia Sars). Era stato Ministro
dell'industria metallurgica nel 1993 e vice di Jia Qinglin a Pechino;
ha avuto modo, con quest'incarico, di seguire la ristrutturazione
della capitale. E' stato, nel 1997, presidente della China Petroleum
Corporation (CNPC).
- Zhang Lichang, segretario del PCC della municipalità
di Tianjin dal 1997.
- Zang Dejiang, segretario del PCC dello Zhejiang dal 1998.
- Chen Liangyu, sindaco di Shanghai dal 2002.
- He Guoqiang segretario del PCC della municipalità di
Chongqing dal 1999.
- Zhou Yongkang, segretario del PCC dal 2000, del Sichuan, provincia
di maggior concentrazione demografica della Cina. E' stato, nel
1997, presidente della China Petroleum Corporation (CNPC).
I militari, la cui influenza è stata notevolmente ridimensionata,
sono:
- Guo Boxiong, comandante della regione militare di Lanzhou dal
1997 e membro, dal 1999, della Commissione militare del Comitato
centrale presieduta dal Jiang Zemin (*).
- Cao Gangchuan, generale, vicepresidente della Commissione militare
del Comitato Centrale (dal 1998) , del quale fa parte anche Hu
Jintao, è stato nominato Ministro della Difesa. Direttore
del Dipartimento generale armamenti, è considerato uno
degli esperti di Jiang Zemin per la modernizzazione militare nel
campo dell'high tech, della missilistica e dei sommergibili. E'
uno dei maggiori fautori della guerra tecnologica.
- Shi Yunsheng, dal 1996 è comandante in capo della Marina.
- Liu Shungyao, laureato all'Università della Difesa nazionale
(è l'istituto considerato il più importante fornitore
di quadri militari), comandante dell'Aviazione militare.
*) Questa Commissione centrale militare costituisce il <trait
d'union> tra partito, governo e militari. E' composta da dieci
membri e presieduta da Jiang Zemin dal 1980, da quando successe
a Deng. Vicepresidenti sono Hu Jintao, Chi Haotian (andato in
pensione e sostituito, come ministro della difesa da Cao Gangchuan)
e Zhang Wannian, membro del Politburo. Gli altri membri sono:
Fu Quannyou e Guo Boxiong, Gao
Gangchuan, direttore del dipartimento armamenti, Wang Ke, direttore
del dipartimento logistica, Yu Yongbo, direttore del dipartimento
politico, con il suo vice Wang Ruilin e il vice esecutivo Xa Caihou.
FINE
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