ALTAVILLA
(HAUTEVILLE)

 

NOTIZIA

a cura di Michele E. Puglia

 

La dinastia normanna di Hauteville, secondo i genealogisti, sarebbe discesa da Rollone, il Vikingo norvegese (v. I Normanni), che aveva ottenuto da Carlo il Semplice il territorio della parte costiera della Neustria, divenuta ducato di Normandia.
Rollone, dopo essersi convertito al cristianesimo, aveva preso il nome di Roberto, duca di Normandia. Egli aveva avuto un figlio di nome Guglielmo detto Lungaspada, che secondo la non esatta genealogia (riportata negli Annales di Palermo) degli Altavilla di Sicilia (come detto per i Capetingi (v.), quando le famiglie raggiungevano posizioni di potere e ricchezza le loro ascendenze erano manipolate), sarebbe stato creato dal padre conte di Hauteville. Questa circostanza non è storicamente esatta, perché il titolo ducale era stato trasmesso attraverso Guglielmo Lungaspada (†942), unico figlio di Rollone-Roberto di cui si ha notizia. Guglielmo aveva generato Riccardo I Senza Paura, figlio naturale (padre d'Emma - morta nel 1052 - moglie d'Etelredo II, re d'Inghilterra), con un fratello, Raoul conte d'Ivry. Da Riccardo I era nato Riccardo II il Buono (†1026) e poi Riccardo III († 1028), che aveva un fratello, Roberto I (†1055). Costui, dopo la morte di Riccardo III, aveva acquisito il ducato di Normandia. Roberto I aveva sposato Estrith, sorella del re Canuto (Knut) il Grande, re d'Inghilterra, ripudiata perché sterile. Egli aveva avuto un figlio, Guglielmo il Bastardo, da una concubina di nome Arlette. Guglielmo il Bastardo, dopo la conquista dell' Inghilterra, aveva preso il nome di Guglielmo il Conquistatore (†1087).
Tancredi d'Hauteville le Guichard (villaggio presso Coutances) non era neanche indicato tra i maggiori feudatari normanni (come discendente di Rollone avrebbe dovuto esserlo) e pare fosse tributario (in caso di guerra) verso il duca feudatario di un manipolo di soli dieci cavalieri. Pertanto, egli era da annoverare nell'ambito della piccola nobiltà, confermata dalla circostanza che aveva ripudiato la prima moglie, ripudio al quale ricorrevano solo i nobili.
La fortuna di Tancredi era stata quella di aver avuto due mogli. La prima, Muriella, di figli gliene aveva dato cinque, tutti maschi, e la seconda, Fresenda, altri sette maschi; in tutto dodici, di cui dieci si erano trasferiti nel Meridione d'Italia.
La dinastia, che era partita con un rilevante numero di figli, si era andata man mano assottigliando, fino ad estinguersi, nella linea maschile, con Guglielmo (III con questo nome) figlio di re Tancredi, conte di Lecce, illegittimo.
Enrico VI lo aveva fatto accecare e castrare, perché non potesse avere figli maschi, secondo le usanze bizantine (v. Intrighi, complotti e colpi di stato alla Corte di Bisanzio), tenendolo prigioniero fino alla morte (c'è chi sostiene che fosse finito in convento). Le tre sorelle di Guglielmo, Elvira (o Alberia), Medania (o Sibilla) e Costanza, invece furono lasciate libere, alla morte d'Enrico VI, dal duca Filippo di Svevia.
Elvira ebbe tre mariti; il primo fu Gualtieri di Brienne, fratello del re Giovanni di Gerusalemme, dal quale nacque Gualterano conte di Ioperi. In seconde nozze sposò il conte Jacopo di Tricario, dal quale ebbe due figli Simone e Adalitta. Terzo marito Tigrimo Palatino, conte di Toscana. La seconda non ebbe marito; invece Costanza sarebbe diventata moglie del fratello di un doge non ben individuato.
Sebbene Guglielmo fosse stato castrato, per il sol fatto che non si sono avute notizie sulla sua morte (che in base ad una lettera del papa Celestino III sarebbe avvenuta nel 1198), vi è chi ogni tanto si dichiara suo discendente, senza peraltro fornire elementi storici.
La questione che un castrato possa aver generato figli (a quel tempo non esisteva ancora l'inseminazione artificiale!), senza la presenza di una presunta moglie o concubina (che non sono mai indicate!), non è dato capire come possa essersi verificata. Eppure vi è chi vanta quella discendenza e si dichiara pretendente del trono e regno di Sicilia, con tutti i diritti reali della dinastia compresi (v. Romanov)!
Si tratta di personaggi che, pur vantando di discendere da sì alti lombi, non conducono una vita prestigiosa adeguata alle loro pretese, in un contesto di ville o castelli, servitù e ricchezze, ma conducendo una banale vita piccolo borghese si consolano della loro grama esistenza, sognando grandezze di altri!.
Questi pretendenti si renderebbero più credibili se, invece di vantare la loro discendenza da un eunuco, sostenessero di discendere, più credibilmente (suggeriamo!), p. es. dalla sorella Medania (nubile) che avrebbe potuto trasmettere, anche se per linea femminile (come si è verificato in tante altre dinastie (Capetingi, Borboni, Asburgo), gli stessi diritti...naturalmente, dopo aver fornito rigorose prove storiche, certe e con tutti i collegamenti generazionali, che si sono succeduti nel tempo, di generazione in generazione! I così detti <periodi oscuri> (v. in Corone, blasoni e nobiltà) di salti generazionali... non sono infatti ammessi!

ALBERI GENEALOGICI:


ALTAVILLA 
ALTAVILLA DI ANTIOCHIA
 

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