CRONOLOGIA
DEI CONCILI ECUMENICI

MICHELE DUCAS PUGLIA


NICEA
(325)

  indetto da Costantino (sotto il pontificato di Silvestro). Espresse contro Ario la divinità di Gesù Cristo e la sua consustanzialità col Padre. Fu fissata, per tutta la Chiesa, la data della celebrazione della Pasqua.


COSTANTINOPOLI I
(381)

  indetto dall'imperatore Teodosio I (pontefice Damaso). Contro Macedonio di Costantinopoli, che negava la divinità dello Spirito Santo, definì questa dottrina.
Non fu ecumenico nella sua convocazione, ma solo in quanto la Chiesa accettò la condanna dell'eresia di Macedonio.


EFESO
(431)

  indetto dall' imperatore Teodosio il Giovane (pontefice Celestino I). Condannò Nestorio di Costantinopoli, che insegnava l'eresia secondo la quale Maria non era la Madre di Dio, ma la madre di Cristo, uomo. Fu pure condannato Celestio, sostenitore con Pelagio della dottrina pelagiana, considerata eretica.


CALCEDONIA
(451)

  indetto dall'imperatore Marciano (pontefice Leone I). Fu il completamento del precedente. Si espresse contro la dottrina di Eutiche ed i monofisiti, confermando che in Gesù Cristo vi sono due nature, la divina e l'umana. Il Concilio, quindi, riconobbe: 1. l'unità di operazione (monoenergismo) e 2. l' unità di volontà, vale a dire, due volontà naturali e due modi naturali d'operare, indivisi, immutati, inseparati e non mescolati. Il Concilio, inoltre, pur riconoscendo al papa, il primato della Chiesa di Roma, sancì la parificazione di tutti i vescovi, sia occidentali sia orientali.


COSTANTINOPOLI II
(553)

 indetto dall'imperatore Giustino (pontefice Vigilio). Condannò come infetti di eresia nestoriana i cosiddetti "Tre capitoli", cioè le opere di Teodoro di Mopsuestia, gli scritti di Teodoreto di Ciro, contro san Cirillo ed il Concilio di Efeso, e la lettera di Iba di Edessa al persiano Mari.


COSTANTINOPOLI III
(680)

 indetto dall'imperatore Costantino IV Pogonato (pontefice Agatone), che partecipò personalmente al concilio, tenendone la presidenza durante le discussioni teologiche. Alla discussione conclusiva, l'imperatore fu acclamato "protettore e interprete della fede".
Il Concilio condannò i monoteliti, affermando la dottrina che in Gesù Cristo sussistono due volontà e due operazioni naturali, senza divisione e senza cambiamento, inseparate, inseparabili e inconfuse; quindi, due volontà, di cui una divina, alla quale è subordinata quella umana. Condannò, scomunicandoli, anche tutti coloro che avevano sostenuto la dottrina monotelita, come i patriarchi Sergio, Pirro, Ciro e lo stesso papa Onorio, che aveva mostrato delle aperture verso di essa.


NICEA II
(787)

 indetto durante la reggenza dell'imperatrice Irene (pontefice Adriano I). Si tenne inizialmente a Costantinopoli (786), poi, a causa dei torbidi suscitati dagli iconoclasti, fu trasferito a Nicea. Si pronunziò in favore del culto delle immagini, distinguendo tra la venerazione riservata ai santi rappresentati dalle immagini e l'adorazione dovuta solo a Dio.


COSTANTINOPOLI IV
(869-870)

 indetto dall'imperatore Basilio I il Macedone (pontefice Adriano II). Sotto la presidenza dei legati pontifici, asserì la supremazia del papa anche sull'Oriente.
Fu l'ultimo dei Concili ecumenici tenuti in Oriente e convocati dagli imperatori.

8°bis
COSTANTINOPOLI IV
(879)

 convocato dallo stesso imperatore Basilio I, sotto la presidenza del patriarca di Costantinopoli Fozio. Affermò, in contrasto col precedente, l'indipendenza dell'Oriente dall'Occidente.
Il primo fu riconosciuto come ecumenico dall'Occidente, il secondo come ecumenico dall'Oriente.


LATERANO I
(1123)

 convocato dal papa Calisto II. Approvò e proclamò solennemente il concordato di Worms, fra il papa e l'imperatore Enrico V, col quale terminava la lotta delle investiture. Approvò inoltre una serie di canoni disciplinari.

10°
LATERANO II
(1139)

 convocato dal papa Innocenzo II. Confermò il trionfo di Innocenzo II contro l'antipapa Anacleto II. Condannò gli errori di Arnaldo da' Brescia e di Pietro di Bruys.

11°
LATERANO III
(1179)

 convocato dal papa Alessandro III. Condannò i catari (Albigesi, Valdesi, ecc.) e disciplinò le modalità dell'elezione del papa, emanando anche riforme disciplinari.

12°
LATERANO IV
(1215)

  convocato dal papa Innocenzo III. Oltre a una nuova condanna degli Albigesi e di altri eretici, decretò l'organizzazIone di una crociata e sancì una serie di canoni, che formano la base della disciplina moderna. In particolare fu riveduta la legislazione ecclesiastica sugl' impedimenti matrimoniali. Impose ai fedeli l'obbligo della confessione annua e della comunione pasquale.

13°
LIONE I
(1245)

 convocato dal papa Innocenzo IV. Pronunziò la deposizione dell'imperatore Federico II, quale usurpatore dei beni e oppressore della libertà della Chiesa, e deliberò l'invio di soccorsi a Costantinopoli e in Terra Santa. Dettò norme sulla procedura dei giudizi ecclesiastici.

14°
LIONE II
(1274)

  convocato dal pontefice Gregorio X. Ebbe particolarmente di mira la pacificazione e l'unione fra la chiesa latina e quella greca, su proposta dell'imperatore Michele VIII Paleologo. Ristabilì l'unione con i Greci che riconobbero, oltre la legittimità della dottrina del Filioque, il primato dei papi e il principio dell'appello a Roma.

15°
VIENNA
(1311-1312)

 convocato dal papa Clemente V. Vi fu decisa la soppressione dell'ordine dei Templari e condannati i beguardi e le beghine.

16°
COSTANZA
(1414-1418)

 convocato e presieduto in un primo momento dal pontefice Giovanni XXIII, che poi si ritirò. Pose termine allo scisma d'Occidente. Depose i papi Giovanni XXIII e Benedetto XIII, mentre Gregorio XII abdicava volontariamente. Condannò Giovanni Huss, Wicliff e Girolamo da Praga. Proclamato papa Martino V, questi confermò la parte del Concilio riguardante la materia relativa alle questioni di fede. Non vennero invece approvate le decisioni che dovevano affermare la superiorità del Concilio sul papa.

17°
FIRENZE
(1431-1443)

 aperto nel 1431 a Basilea, sciolto da Eugenio IV (1437), riunito poi a Ferrara (1438) e trasferito a Firenze (1439), fu chiuso a Roma nel 1443. Vi intervennero l'imperatore Giovanni VIII Paleologo e il patriarca Giuseppe di Costantinopoli. Fu votata l'unione dei Greci con i Latini; vennero risolte le controversie relative alla processione dello Spirito Santo, all'Eucaristia e al Purgatorio, e proclamato da Greci e Latini il "primato" del pontefice romano. Pubblicò ancora decreti di unione relativi agli Armeni, Giacobiti, Siri, Caldei e Maroniti.

18°
LATERANO V
(1512-1517)

 convocato da Giulio II nel 1512 e continuato da Leone X fino al 1517. Prese provvedimenti per la riforma della disciplina ecclesiastica; annullò gli atti del conciliabolo di Pisa (1511) e confermò il concordato con Francesco I, che aboliva la Prammatica sanzione.

19°
TRENTO
(1545-1563)

 indetto dal Papa Paolo III, proseguì con i papi Giulio III e Pio IV. Introdusse la riforma della Chiesa nei costumi e nella disciplina in opposizione alla Riforma di Lutero, ed è quindi considerato erroneamente il Concilio della Controriforma. Condannò i riformatori, Lutero, Zwingli e Calvino.

20°
VATICANO I
(1869-1870)

 sospeso a seguito dell'unificazione di Roma all'Italia. Indetto dal papa Pio IX, fu esteso alle Chiese ortodosse e protestanti che non accettarono. Pio IX a sua volta non accettò la proposta della Chiesa anglicana di presentare delle proprie tesi. Definì il dogma dell'infallibilità del pontefice e condannò gli errori contro la fede e la rivelazione.

21°
VATICANO II
(1961-1965)

 indetto dal papa Giovanni XXIII. A seguito della conferma dell'infallibilità pronunciata dal precedente Concilio, si riteneva che esso, come istituzione, sarebbe stato destinato alla decadenza. Dalle decisioni prese, era invece risultato che il Concilio rimaneva una valida istituzione. Esso infatti si era pronunciato, in armonia con i tempi, su questioni come l'apertura verso le altre chiese separate e sulla tolleranza verso le confessioni non cristiane. Erano risultate, inoltre, potenziate le prerogative collegiali dell'episcopato nei confronti della curia romana, la valorizzazione della funzione dei laici in seno alla chiesa e la democratizzazione del Concilio, con la netta separazione dei poteri nell'ambito del Concilio stesso. Fondamentale era stata, infine, la riforma della liturgia.
Come appendice del Concilio, l'enciclica Humanae vitae, emanata dal papa Paolo VI nel 1968, è da considerare come interpretazione dei principi fissati nel Concilio.

 

FINE

inizio pagina